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Il 2017 sarà l’anno della canapa italiana?

Il 2017 sarà l’anno della canapa italiana?

Di: Pippi Contini Attivismo

Un inizio d’anno brillante per la canapa medica e industriale in Italia.

Da gennaio infatti è disponibile nelle farmacie italiane la cannabis “di Stato”, la cannabis medicinale prodotta in Toscana nello Stabilimento Farmaceutico Militare dall’Esercito. Dopo due anni di prove e sperimentazioni, la produzione della cannabis ad uso medico dovrebbe finalmente portare un’importante riduzione dei costi (circa un 30%) e, ci si augura, una maggiore facilità di accesso alla cura per i pazienti che si stima siano circa tra i 600 ed i 900 mila.

Lo scorso 14 gennaio è entrata in vigore la legge 242 “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che incentiva la coltivazione della Cannabis sativa L.

La legge prevede unicamente la coltivazione delle varietà (con bassissimo livello di THC) iscritte nell’apposito Catalogo comune delle varietà di piante destinate ad uso agricolo. Non sarà più necessaria nessuna autorizzazione per la coltivazione di piante con un contenuto di THC che oscilli tra lo 0,2% e lo 0,6% massimo, superata tale soglia si provvederà al sequestro ed alla distruzione della coltivazione. Il coltivatore avrà l’obbligo di conservare per un anno i cartellini dei semi e le fatture d’acquisto.

L’iter legislativo prevede però che il ministero della Salute, in un lasso di tempo  di 6 mesi, indichi la percentuale di THC permessa nei prodotti alimentari e cosmetici.

Uno degli obiettivi della legge è quello di ampliare il numero di aziende operanti nel settore della canapa industriale, ad oggi ne esistono circa 300 impegnate nelle diverse applicazioni della canapa made in Italy. È questo un tentativo di recuperare la leadership italiana della produzione ed esportazione di cannabis nel mondo. Infatti, mentre nel 2000 i gli ettari coltivati a canapa  erano poco più di 500, lo scorso anno si raggiungeva il ragguardevole numero di   3000, con un incremento del 200%. Una vera e propria Canapamania!

Il 2017 sarà l’anno della canapa italiana?

L’inizio di quest’anno segna dunque momenti importanti tanto per la canapa industriale come per la canapa medica. E la cannabis ad uso ludico?

L’uso ricreativo della cannabis

Abbiamo chiesto al direttivo di ASCIA di fare per Yes We Skunk il punto della situazione sulla cannabis “ludica” in Italia e raccontarci che cosa si prospetta per quest’anno:

Abbiamo sempre affermato che in Italia la strada per la legalizzazione è impervia e a volte sembra addirittura impossibile da percorrere nonostante siano state presentate un numero considerevole di proposte di legge sulla legalizzazione e sia stato costituito un intergruppo parlamentare che dà  forza politica e consenso trasversale a quelle proposte elaborando un’unica stesura. Si è anche arrivati a discuterne alla Camera sebbene per un solo giorno, a raccogliere più di 60.000 firme per la proposta di legge di iniziativa popolare a supporto del lavoro dell’intergruppo ed a ricevere l’appoggio di molte auterevoli voci a favore di una regolamentazione della coltivazione, della distribuzione e del consumo di cannabis. 

Tutto questo potrebbe essere vanificato  in seguito alle dimissioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e  diventa poco credibile l’ idea che  il governo Gentiloni abbia la volontà e la capacità di  voler continuare sulla strada faticosamente percorsa fino ad ora per liberare più di 5milioni di cittadini italiani dalla minaccia di procedimenti amministrativi o penali per la loro condotta non convenzionale.

Alla luce di questo panorama è stata presentata la settimana scorsa la relazione annuale del Dipartimento Politiche Antidroghe, della Presidenza del Consiglio, sullo stato del commercio delle sostanze stupefacenti e sulle tossicodipendenze e a seguito della relazione, abbiamo ascoltato con molto interesse le dichiarazioni del sen. Della Vedova, ideatore dell’intergruppo parlamentare, che in un video assicura che l’impegno dell’intergruppo riprenderà con vigore, cercando di recuperare il tempo perduto con le “faccende di Stato” (amministrative, referendum, cambio di governo, pronunciamenti della Consulta, nuova legge elettorale e via dicendo).

Dalla relazione un dato va assolutamente preso in considerazione ed è relativo al fatto che la cannabis continua ad essere un introito considerevole per la criminalità organizzata, una fonte di reddito volutamente regalata alle mafie in cambio di favori più o meno occulti derivati dal riciclo dei guadagni sporchi attraverso attività commerciali o finanziarie. A detta dell’ISTAT, il commercio delle sostanze stupefacenti nel nostro Paese ammonterebbe a circa 14 miliardi di euro, di cui 4 miliardi imputabili al consumo di cannabis. 

Ma questo è solo l’aspetto economico legato al problema, poiché, indipendentemente dalle modifiche tabellari e dalle diverse interpretazioni giuridiche sulla lieve entità del crimine, gli estimatori e consumatori di cannabis continuano a vivere la propria condizione in contrasto con la convenzione sociale e quindi a rischio quotidiano di finire in un girone infernale popolato da agenti delle forze dell’ordine, prefetti, avvocati, giudici, psicologi, operatori sanitari e talvolta anche con le sbarre alle finestre”.

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